Sessantasei milioni di anni fa, il nostro pianeta visse un evento catastrofico che segnò la fine dell’era dei dinosauri. Un asteroide di dimensioni colossali, con un diametro di 81 chilometri, si schiantò contro la costa messicana nei pressi di Chicxulub. Questo impatto devastante è considerato responsabile dell’estinzione del 75% delle specie viventi sulla Terra. Grazie a ricerche approfondite e perforazioni nel cratere, gli scienziati sono riusciti a ricostruire i dettagli di quel giorno fatale.
L’ultimo giorno del Cretaceo
Il momento in cui l’asteroide colpì il nostro pianeta fu drammatico e devastante. La collisione generò uno tsunami alto centinaia di metri, capace di travolgere tutto ciò che incontrava sul suo cammino. In pochi minuti dall’impatto, circa 130 metri di roccia e detriti furono depositati all’interno e attorno al cratere. Le prime ore dopo l’impatto trasformarono il sito in un vero inferno infuocato; incendi divampavano per migliaia di chilometri quadrati mentre le foreste venivano ridotte in cenere.
Successivamente, il clima terrestre subì una drastica trasformazione: le temperature iniziarono a calare rapidamente fino a raggiungere condizioni glaciali estreme. Questo fenomeno portò alla cosiddetta estinzione massiva del Cretaceo-Paleogene, segnando non solo la fine dell’era dei dinosauri non aviari ma anche una profonda modifica degli ecosistemi globali.
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Come dieci miliardi di bombe atomiche
La potenza distruttiva dell’asteroide è stata paragonata all’esplosione simultanea di dieci miliardi di bombe atomiche. Gli effetti immediati furono devastanti: incendi boschivi si diffusero su vastissime aree della superficie terrestre e lo tsunami generato dall’impatto raggiunse località lontane come l’attuale Illinois negli Stati Uniti.
Quando le acque dello tsunami si ritirarono, riportarono nel cratere enormi quantità materiali tra cui terra e carbone provenienti dalle foreste bruciate. Questi eventi iniziali causarono già danni significativi agli ecosistemi circostanti; tuttavia fu ciò che accadde successivamente ad avere ripercussioni durature sul clima globale.
Cosa successe dopo
Le analisi geologiche hanno rivelato un’anomalia interessante: una mancanza sorprendente dei minerali solforati normalmente presenti nelle rocce colpite dall’impatto. Questa scoperta suggerisce che i minerali furono vaporizzati durante la collisione stessa ed espulsi nell’atmosfera in enormi quantità sotto forma di solfati.
Questi composti chimici bloccarono gran parte della luce solare per anni interi, provocando un abbassamento drastico delle temperature globali con conseguenze disastrose per gli organismi viventi rimasti sulla Terra. Secondo stime scientifiche recenti, circa 325 miliardi di tonnellate di zolfo vennero liberate nell’atmosfera; questa cifra è quattro volte superiore rispetto alle emissioni causate dall’eruzione del Krakatoa nel 1883 che aveva già raffreddato il clima mondiale per cinque anni consecutivi.
L’intera sequenza degli eventi scatenata da quell’impatto ha avuto ripercussioni profonde sull’evoluzione della vita sulla Terra come noi oggi la conosciamo.