Mario Tozzi esplora il terremoto di Lisbona e il suo impatto sulla storia in “Sapiens – Un solo pianeta”

La quarta puntata di “Sapiens” esplora il terremoto di Lisbona del 1755, analizzando le sue devastanti conseguenze storiche e culturali e il suo impatto sul pensiero europeo moderno.
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La quarta puntata di “Sapiens – Un solo pianeta”, condotta da Mario Tozzi, si concentra sul devastante terremoto di Lisbona del 1755. Il programma andrà in onda sabato 31 maggio alle 21.20 su Rai 3 e affronterà le conseguenze storiche, culturali e scientifiche dell’evento che ha segnato un cambiamento profondo nel pensiero europeo.

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Il terremoto del 1755: un evento catastrofico

Il primo novembre del 1755, Lisbona fu colpita da un violento terremoto che raggiunse l’intensità di 8.5 gradi della scala Richter. Le onde sismiche durarono dieci lunghissimi minuti, causando danni devastanti non solo nella capitale portoghese ma anche in una vasta area circostante che si estendeva per circa 800.000 chilometri quadrati. Gli abitanti della città erano impegnati a festeggiare la festività di Ognissanti quando il sisma colpì, provocando crolli massicci e incendi incontrollabili.

Dopo il terremoto, uno tsunami alto fino a quindici metri si abbatté sulle rive del fiume Tago, distruggendo ciò che rimaneva delle strutture già danneggiate dal sisma. Questo evento rappresenta uno dei più gravi disastri naturali mai registrati in Europa; le stime parlano di decine di migliaia di morti e una città ridotta in macerie.

Lisbona era allora una metropoli prospera con enormi possedimenti coloniali e un’importante roccaforte commerciale europea. La catastrofe non solo annientò gran parte della sua architettura storica ma mise anche in discussione le certezze religiose dell’epoca: molti iniziarono a vedere l’evento non come una punizione divina ma come risultato delle scelte umane nella costruzione delle città.

L’eredità culturale del terremoto

Il programma “Sapiens” intende esplorare i luoghi simbolo legati al tragico evento attraverso visite a monumenti storici come la Torre di Belém e il Convento do Carmo, entrambi testimoni silenziosi della forza distruttrice del sisma ma anche esempi della resilienza architettonica portoghese.

La Torre di Belém è stata costruita all’inizio del XVI secolo ed è diventata simbolo dell’impero commerciale portoghese; miracolosamente sopravvisse al terremoto mentre altre strutture furono completamente rase al suolo o gravemente danneggiate. Allo stesso modo, il Convento do Carmo presenta ancora oggi segni evidenti degli effetti devastanti dell’evento sismico pur essendo stato parzialmente ricostruito nel corso dei secoli successivi.

Un altro luogo significativo è la Praça do Comércio dove si trova il ritratto del Marchese de Pombal, figura centrale nella ricostruzione post-terremotale della città secondo criteri moderni per l’epoca inclusivi delle prime misure antisismiche mai adottate nel continente europeo.

Riflessioni contemporanee sui disastri naturali

A distanza di quasi trecento anni dal tragico evento, Lisbona continua ad essere oggetto d’interesse sia per turisti sia per scienziati provenienti da tutto il mondo che studiano le dinamiche sismiche attuali alla ricerca risposte utili alla prevenzione futura dei disastri naturali. La capitale portoghese oggi ospita team internazionali dedicati allo studio dei fenomeni geologici con l’obiettivo primario d’informare politiche pubbliche efficaci contro eventi simili futuri.

Il dibattito sull’impatto sociale ed economico degli eventi naturali rimane attuale; gli insegnamenti tratti dal passato sono fondamentali per affrontare le sfide moderne legate ai cambiamenti climatici e ai rischiosi scenari sismici nei quali viviamo quotidianamente.

In apertura della puntata ci sarà spazio anche per i “Dialoghi di Sapiens”, dove Mario Tozzi discuterà con Pietrangelo Buttafuoco sui temi trattati durante la serata offrendo così ulteriori spunti riflessivi sul rapporto tra uomo e natura nell’arco della storia umana.

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