Massimiliano Fichera è un baritono di talento, noto per la sua voce calda e profonda. Oltre a essere cantante, è anche pianista e docente di musica nelle scuole secondarie. La sua carriera si distingue per l’interpretazione di ruoli operistici nei teatri italiani e internazionali. Recentemente ha collaborato con suo figlio Stefano, dando vita al brano “Non siamo uguali”, scritto da Luigi Mosello. In questa intervista, Fichera racconta come la musica sia il filo conduttore della sua vita.
La sfida di conciliare le diverse passioni
Fichera spiega che bilanciare i vari aspetti della sua vita non è sempre facile. Tuttavia, crede fermamente che ogni ruolo alimenti l’altro. “Essere padre mi rende più empatico come insegnante,” afferma il baritono, sottolineando l’importanza del supporto familiare nel suo lavoro artistico. La musica rappresenta per lui una connessione profonda tra le generazioni e una fonte continua di ispirazione.
Il suo approccio alla didattica musicale si basa sulla passione e sull’impegno verso i suoi studenti. Creare un ambiente positivo in aula è fondamentale affinché gli allievi possano esprimersi liberamente attraverso la musica. “L’equilibrio arriva anche dalla consapevolezza che a casa c’è chi mi vuole bene,” aggiunge Fichera, evidenziando quanto sia importante avere una rete di sostegno.
Leggi anche:
Un legame speciale attraverso la musica
La collaborazione con Stefano ha rappresentato per Massimiliano una delle esperienze più emozionanti della sua carriera artistica. Cantare insieme non è solo un atto creativo; diventa anche un dialogo intergenerazionale ricco di significato emotivo. “La musica diventa un linguaggio comune che rafforza il nostro legame,” spiega il baritono.
Il talento vocale del giovane Stefano è emerso in modo sorprendente durante un viaggio in auto dalla Sicilia a Torino, dove entrambi hanno iniziato a vocalizzare per gioco senza aspettarsi nulla di particolare da quel momento ludico. Da allora, Stefano ha intrapreso uno studio serio del canto presso la Scuola Civica di Torino ed ora si prepara al debutto sul palcoscenico.
Il processo creativo dietro al brano inciso insieme
Il brano “Non siamo uguali” nasce quasi spontaneamente durante una sessione informale a casa loro: mentre Stefano canticchiava, Massimiliano lo accompagnava al pianoforte fino a decidere insieme di registrarlo ufficialmente. Questa esperienza riflette l’autenticità dell’arte familiare e dimostra come momenti semplici possano trasformarsi in opere significative grazie alla sensibilità dei musicisti coinvolti.
Fichera riconosce il contributo fondamentale del paroliere Luigi Mosello nella realizzazione del pezzo: “Tutto è stato spontaneo e autentico.” Questo progetto musicale non solo celebra il legame padre-figlio ma rappresenta anche una nuova tappa nella carriera artistica dei due cantanti.
L’importanza del pianoforte nell’insegnamento musicale
Per Massimiliano Fichera, il pianoforte occupa un posto speciale nel suo percorso formativo e professionale; infatti era lo strumento con cui ha iniziato ad avvicinarsi alla musica sin dall’infanzia. Attraverso questo strumento riesce ad esplorare armonie complesse ed espressioni musicali profonde che arricchiscono sia le sue performance sia le lezioni impartite agli studenti.
“Lo utilizzo ancora oggi per preparare brani operistici,” dice Fichera riguardo all’importanza pratica dello strumento nelle sue attività quotidiane come cantante ed educatore musicale; permette inoltre ai suoi allievi di visualizzare meglio ciò che stanno studiando creando così uno scambio diretto tra docente e studente durante le lezioni pratiche.
Costruire relazioni significative con gli studenti
Nell’ambito dell’insegnamento della musica nelle scuole medie o nel canto lirico moderno, Fichera punta sempre su relazioni basate sulla fiducia reciproca tra insegnante e allievo; secondo lui l’arte necessita libertà creativa affinché possa fiorire appieno nei giovani talenti. Spesso cerca quindi d’integrare esperienze dirette nella didattica musicale piuttosto che limitarsi alle sole nozioni teoriche.
“Con gli allievi cerchiamo d’esplorare insieme cosa significa realmente fare arte,” chiarisce, ponendo enfasi sull’importanza dell’espressione personale attraverso la voce, considerata da lui uno specchio dell’anima umana.
Le sfide attuali nell’educazione musicale
Fichera osserva criticamente alcuni limiti presenti nell’attuale sistema educativo riguardante l’insegnamento della musica. Manca tempo dedicato alle attività pratiche, risorse adeguate ma soprattutto visione strategica sul lungo periodo; spesso infatti viene relegata ad ambito marginale rispetto ad altre materie scolastiche. Per lui sarebbe essenziale valorizzare maggiormente esperienze dirette quali suonare o cantare tutti assieme affinché i ragazzi possano realmente vivere momenti musicalmente significativi.
Questa mancanza potrebbe compromettere lo sviluppo delle nuove generazioni verso forme artistiche più complete rendendo difficile far emergere talenti potenziali dal contesto scolastico stesso.
Momenti indimenticabili sul palcoscenico
Tra i tanti ruoli interpretati nel corso degli anni, due opere occupano uno spazio particolare nel cuore dell’artista: “Il Barbiere Di Siviglia” ed “Nabucco”. Quest’ultima opera porta con sé ricordi intensissimi poiché collegata ad eventi personali drammaticamente toccanti; proprio mentre stava preparando quella performance sette anni fa perse tragicamente sua madre poco prima dello spettacolo stesso. Ogni volta ripensa a quell’esperienza prova emozioni fortissime.
Questo aneddoto mette in luce quanto profondamente possa influenzarci ciò viviamo quotidianamente; ogni nota suonata può riportarci indietro ai momenti cruciali vissuti lungo tutto il percorso artistico intrapreso fino ad oggi.
Sogni futuri nella scena musicale
Guardando avanti, Massimiliano nutre ambizioni artistiche importanti: desidera mettere in scena “Don Giovanni” coinvolgendo direttamente i propri studenti permettendo loro d’affacciarsi finalmente alla ribalta dopo tanto impegno profuso nello studio. Inoltre sogna di divenire impresario musicale affinché possa dare visibilità ai giovani talentuosi spesso trascurati dal panorama culturale contemporaneo italiano.
Infine ci sono progetti futuri condivisi col figlio: oltre alla protezione necessaria data dalla difficile etichetta ‘figli d’arte’, spera comunque realizzino assieme album narrativo capace di raccontarne storicamente dialoghi familiari tramite canzoni, testi brevi e aneddoti personali creando così ponte fra arte e vita quotidiana!