Meta, la società madre di Instagram, sta attuando una serie di iniziative per rispondere alle preoccupazioni riguardanti la sicurezza dei teenager sui social media. In particolare, l’azienda chiede al legislatore europeo di implementare normative che garantiscano un maggiore controllo da parte dei genitori. Contestualmente, Meta cerca di influenzare le politiche europee sul Digital Markets Act , presentando dati economici a sostegno delle proprie pratiche pubblicitarie.
Il contesto critico: i report interni su Instagram
Nel settembre del 2021, il Wall Street Journal ha pubblicato un’inchiesta che ha rivelato come Meta fosse a conoscenza degli effetti negativi di Instagram sulla salute mentale degli adolescenti. I documenti interni all’azienda indicavano che circa un terzo delle ragazze adolescenti aveva dichiarato che l’uso della piattaforma aumentava i loro problemi legati all’immagine corporea e contribuiva a sentimenti di ansia e depressione. Queste informazioni hanno sollevato interrogativi etici sull’approccio dell’azienda verso gli utenti più giovani.
Il report evidenziava anche come Facebook avesse minimizzato questi problemi in pubblico mentre continuava a promuovere applicazioni destinate ai bambini sotto i 13 anni. La contraddizione tra la consapevolezza interna dei danni potenziali e le azioni pubbliche dell’azienda ha suscitato indignazione tra esperti e legislatori.
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Le nuove misure adottate da Meta
In risposta alle critiche ricevute, Meta ha introdotto diverse misure per migliorare la sicurezza degli utenti più giovani su Instagram. Tra queste c’è il sistema “account per teenager“, implementato negli Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Australia nel 2023. Questo sistema prevede protezioni automatiche che limitano chi può contattare gli adolescenti e quali contenuti possono visualizzare.
Nonostante queste modifiche siano state accolte positivamente dai media, rimane incerto se tali sistemi stiano effettivamente funzionando come previsto. Secondo le dichiaraizoni ufficiali dell’azienda, oltre 54 milioni di account sono stati rafforzati grazie a queste nuove impostazioni pensate per garantire una maggiore sicurezza online ai minori.
Meta si è impegnata ad ascoltare le preoccupazioni dei genitori riguardo alla protezione dei propri figli sui social media ed è convinta della necessità di ripensare l’esperienza utente rivolta agli adolescenti in modo da rassicurare i genitori sulla loro sicurezza online.
La richiesta di normative più severe in Europa
Recentemente Meta ha avviato una campagna pubblicitaria volta a chiedere al legislatore europeo normative più rigorose riguardo alla verifica dell’età nei negozi digitali dove vengono scaricate le app. Mark Zuckerberg ha espressamente richiesto un’unica regolamentazione europea affinché ci sia una standardizzazione nella verifica dell’età degli utenti minorenni.
L’obiettivo dichiarato è quello di consentire ai genitori un ruolo attivo nella protezione dei propri figli online mentre si offre agli sviluppatori delle app opportunità adeguate rispetto all’età degli utenti stessi. Nonostante ciò possa sembrare un passo positivo verso la tutela della privacy giovanile, resta da vedere se questa richiesta non rappresenterà anche una strategia per mantenere sotto controllo il mercato senza compromettere gli introiti pubblicitari generati dalla piattaforma.
Il paradosso delle norme europee
Zuckerberg sembra aver cambiato tono rispetto alle normative europee dopo averle criticate in passato come ostacoli all’innovazione tecnologica americana. Fonti vicine alla situazione hanno riportato incontri recenti tra Zuckerberg e funzionari statunitensi nei quali si discuteva della necessità di affrontare regolamenti esteri considerati restrittivi per le aziende americane.
In questo contesto appare contraddittorio che proprio Meta chieda ulteriori regole quando fino ad ora aveva espresso frustrazione nei confronti delle leggi europee già esistenti. Tuttavia questa mossa potrebbe essere vista come uno sforzo genuino volto alla salvaguardia dei minori piuttosto che solo come un tentativo opportunistico volto ad evitare responsabilità dirette nel caso emergessero problematiche legate all’utilizzo della piattaforma da parte degli adolescenti.
L’impatto economico delle politiche pubblicitarie
Parallelamente alle sue richieste legislative, Meta ha presentato uno studio sull’impatto economico derivante dalle sue pratiche pubblicitarie nell’Unione Europea con particolare attenzione all’Italia. Secondo quanto riportato dallo studio stesso nel 2024 sono stati generati circa 213 miliardi di euro in attività economica grazie alle piattaforme del gruppo americano; solo in Italia questo ammonta a circa 26 miliardi con oltre 176 mila posti lavoro creatisi attraverso tali attività commercializzate tramite annunci personalizzati su Facebook ed Instagram.
Meta sostiene inoltre che ogni euro investito nelle sue campagne produce quasi quattro euro in ricavi per gli inserzionisti europei; tuttavia avverte anche sulle conseguenze negative derivanti dalle modifiche imposte dal DMA sul suo modello commerciale attuale.
Questa strategia sembra mirata non solo a ottenere concessioni sulle norme vigenti ma anche ad assicurarsi spazi favorevoli nel panorama competitivo europeo sempre più regolamentato.