Meta introduce chatbot AI proattivi su Messenger e Instagram: una nuova era della comunicazione

Meta testa nuovi chatbot AI per Messenger, WhatsApp e Instagram, capaci di avviare conversazioni autonomamente. Questi assistenti virtuali personalizzati mirano a migliorare l’interazione digitale, sollevando però preoccupazioni sulla privacy e sicurezza degli utenti.
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Meta ha avviato un test per una nuova generazione di chatbot basati su intelligenza artificiale, capaci di iniziare conversazioni con gli utenti senza alcuna richiesta preliminare. Questi assistenti virtuali, che si integrano direttamente nelle piattaforme Messenger, WhatsApp e Instagram, rappresentano un passo significativo nell’evoluzione della comunicazione digitale.

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Chatbot personalizzati tramite Meta AI Studio

La creazione di questi chatbot è resa possibile grazie a Meta AI Studio, una piattaforma che consente agli utenti di sviluppare assistenti virtuali personalizzati in base ai propri interessi. Ogni chatbot ha la capacità di ricordare le interazioni passate con l’utente e può inviare messaggi di follow-up entro 14 giorni dalla prima conversazione. Questo avviene solo se l’utente ha inviato almeno cinque messaggi al bot.

I chatbot possono essere condivisi attraverso link o profili pubblici e sono progettati per rendere l’interazione più fluida e coinvolgente. Ad esempio, il bot “Maestro del Cinema” potrebbe contattarti su Messenger per chiederti se hai scoperto nuovi compositori o se desideri suggerimenti per film da guardare. Questa modalità proattiva offre un’esperienza utente innovativa ma solleva interrogativi sulla privacy e sull’impatto delle interazioni automatizzate.

L’integrazione dei chatbot nelle app esistenti

Questi assistenti non operano in applicazioni separate; al contrario, si integrano perfettamente all’interno delle app già utilizzate dagli utenti quotidianamente. Ciò segna un cambiamento significativo nel modo in cui gli utenti interagiscono con i servizi digitali. La presenza costante dei chatbot all’interno delle stesse piattaforme social rende la loro adozione potenzialmente più rapida ed efficace rispetto a soluzioni precedenti.

Meta conferma che sta testando questi bot proattivi seguendo il modello già adottato da altre piattaforme come Replika e Character.AI, dove i chatbot hanno la capacità di iniziare conversazioni autonomamente. Tuttavia, questa spinta verso una maggiore interazione comporta anche rischi significativi legati alla sicurezza degli utenti più giovani.

Rischio associato ai chatbot AI nelle app di messaggistica

Il caso recente riguardante Character.AI ha messo in luce le problematiche legate all’utilizzo dei chatbot tra i minori dopo eventi tragici come la morte di un ragazzo quattordicenne associata a queste tecnologie. In risposta alle preoccupazioni emerse sul tema della sicurezza degli adolescenti online, Meta fornisce alcuni disclaimer riguardo alle risposte generate dai suoi assistenti virtuali: esse potrebbero non essere sempre accurate e non sostituiscono consigli professionali.

Attualmente non ci sono limiti d’età espliciti imposti da Meta per l’utilizzo dei suoi nuovi strumenti basati sull’intelligenza artificiale; tuttavia alcuni stati americani hanno iniziato a introdurre normative specifiche per limitare l’interazione dei minori con tali tecnologie avanzate.

Impatto economico dell’intelligenza artificiale secondo Zuckerberg

Mark Zuckerberg ha espresso frequentemente il desiderio che questi strumenti possano contribuire a combattere quella che lui definisce “epidemia di solitudine”. Tuttavia, dietro questa visione c’è anche un chiaro obiettivo commerciale: aumentare le interazioni degli utenti sulle proprie piattaforme porta inevitabilmente a maggior tempo trascorso sulle app stesse e quindi ad incrementare le visualizzazioni pubblicitarie.

Secondo documenti recenti trapelati nel mese scorso, si prevede che i prodotti generativi dell’intelligenza artificiale porteranno entrate comprese tra 2 e 3 miliardi di dollari entro il 2025; tale cifra è destinata ad aumentare drasticamente nei prossimi anni fino a raggiungere stime superiori ai mille miliardi entro il 2035 grazie anche alla monetizzazione attraverso pubblicità integrate nei dialoghi con i bot stessi.

Mentre altri servizi come Replika puntano su esperienze emotive profonde tra utente e macchina, i nuovi chatbot proposti da Meta sembrano orientarsi maggiormente verso facilitatori nella navigazione quotidiana sui social media piuttosto che cercare relazioni affettive strette con gli utenti. Il “Maestro del Cinema”, ad esempio, rappresenta uno strumento pensato principalmente per arricchire l’esperienza digitale senza necessariamente creare legami emotivi intensificati tra uomo e macchina.