Le recenti dichiarazioni dell’ex responsabile delle politiche pubbliche di Facebook, Sarah Wynn-Williams, hanno sollevato un acceso dibattito sulla condotta di Meta nei confronti degli adolescenti. Secondo quanto riportato, l’azienda avrebbe indirizzato pubblicità specifiche a giovani tra i 13 e i 17 anni quando si trovavano in stati d’animo negativi. Questa situazione ha attirato l’attenzione della Commissione Europea, che sta conducendo un’indagine sul trattamento dei minori da parte della piattaforma.
Accuse contro Meta e testimonianza di Sarah Wynn-Williams
Sarah Wynn-Williams ha rivelato ai legislatori statunitensi che Meta avrebbe informato gli inserzionisti riguardo agli adolescenti che mostrano segni di depressione o malessere emotivo. Questo comportamento è stato descritto come una strategia per massimizzare il rendimento delle campagne pubblicitarie, sfruttando le vulnerabilità psicologiche dei giovani utenti. La testimonianza ha suscitato reazioni forti tra i membri del Parlamento Europeo.
L’eurodeputata Christel Schaldemose ha definito la situazione “sconcertante”, evidenziando come queste pratiche possano compromettere gli standard etici nel settore della pubblicità online. Schaldemose guida la commissione parlamentare per il mercato interno e sta preparando una relazione sulla protezione dei minori online. Ha espresso preoccupazione riguardo alla volontà di aziende come Meta nel rispettare le salvaguardie necessarie per tutelare i più giovani.
Meta ha prontamente negato le affermazioni fatte da Wynn-Williams, definendole “avulse dalla realtà” e cariche di false dichiarazioni. Nonostante ciò, la pressione da parte dell’Unione Europea continua ad aumentare affinché le piattaforme digitali adottino misure più rigorose nella protezione degli utenti minorenni.
Indagini della Commissione Europea su Meta
La Commissione Europea è attualmente impegnata in un’indagine approfondita sulle pratiche commerciali di Meta relative alla tutela dei minori online. Questa indagine si concentra su vari aspetti delle operazioni dell’azienda, inclusa la gestione del tempo trascorso dagli utenti sui dispositivi digitali e l’impatto delle sue strategie pubblicitarie sui giovani.
Nonostante non sia stata fornita una risposta diretta riguardo all’influenza della testimonianza di Wynn-Williams sull’indagine in corso, fonti ufficiali hanno confermato che stanno esaminando attentamente tutte le pratiche legate alla protezione dei minori da parte dell’azienda tech. In particolare, sono sotto scrutinio comportamenti potenzialmente dannosi che potrebbero sfruttare l’inesperienza degli adolescenti nell’ambiente digitale.
In base alle normative stabilite dalla legge sui servizi digitali , la pubblicità mirata ai minori è stata vietata a partire dal novembre 2023; tuttavia, Meta sostiene che continuerà a monitorare internamente l’impatto delle nuove regole sul suo operato commerciale.
Nuove iniziative e regolamentazione
In risposta alle crescenti preoccupazioni riguardanti il benessere degli utenti minorenni, Meta ha recentemente introdotto nuovi strumenti progettati per limitare i contatti indesiderati e controllare il tipo di contenuti accessibili ai ragazzi sotto i 17 anni attraverso gli account Teen. Inoltre, sono state implementate restrizioni sull’utilizzo dell’app durante le ore notturne e scolastiche al fine di promuovere abitudini più sane tra gli adolescenti.
L’eurodeputato Alex Aguis Saliba ha commentato positivamente queste iniziative ma sottolinea anche l’importanza del divieto già imposto sulla pubblicità mirata ai minori nella legislazione europea attuale. Saliba ritiene fondamentale proseguire con ulteriori misure protettive contro pratiche invasive come la profilazione personale nelle future normative europee sul digitale.
Queste azioni dimostrano un crescente impegno istituzionale verso una maggiore responsabilizzazione delle piattaforme online nella gestione dei contenuti destinati ai più giovani ed evidenziano quanto sia cruciale garantire spazi sicuri nel mondo digitale.
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