Mirko Locatelli, regista e produttore milanese, è morto il 31 maggio all’età di 50 anni a causa di una grave malattia. La sua carriera artistica, che si è sviluppata dal 2004 al 2022 in collaborazione con la compagna Giuditta Tarantelli, ha lasciato un segno profondo nel panorama cinematografico italiano. Locatelli ha realizzato nove film e fondato due case di produzione, contribuendo anche alla vita culturale del quartiere Affori a Milano.
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Gli inizi della carriera: come prima
Il debutto cinematografico di Mirko Locatelli avviene nel 2004 con il mediometraggio “Come prima”. Questo film affronta il tema del ritorno a casa di un giovane che diventa tetraplegico dopo un incidente in motorino. La narrazione si distacca rapidamente dalla matrice autobiografica per immergere lo spettatore in una situazione complessa dove ogni personaggio ha le proprie ragioni, anche quando sbaglia. La scrittura incisiva e la regia precisa rendono “Come prima” una rivelazione nel panorama del cinema indipendente italiano.
In una nota rilasciata a Filmmaker, Locatelli espone chiaramente la sua condizione personale: «nato a Milano nel 1974, tetraplegico dal 1992». Conclude affermando l’importanza di vivere al massimo delle proprie possibilità piuttosto che sperare nei miracoli della medicina. Questa filosofia lo accompagnerà per tutta la vita mentre affronta le sfide della produzione indipendente e cerca collaborazioni sia nazionali che internazionali.
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Riconoscimenti e opere significative
Negli anni successivi alla sua opera prima, Mirko Locatelli realizza diversi lavori significativi tra cui il documentario “Crisalidi”, che riprende i temi esplorati in “Come prima”. Nel 2008 presenta “Il primo giorno d’inverno” alla Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti; questo film gli conferisce notorietà internazionale grazie alla sua presentazione in numerosi festival mondiali.
La pellicola mostra elementi stilistici ispirati ai Dardenne ma mantiene anche un’impronta morale simile alle opere di Bresson. Attraverso questi riferimenti importanti, Locatelli dimostra la sua ambizione artistica senza cedere alle mode correnti del cinema italiano.
L’evoluzione artistica: i corpi estranei e oltre
Con l’opera “I corpi estranei”, presentata al Festival di Roma nel 2013 e interpretata da Filippo Timi, Locatelli esplora tematiche più estroverse attraverso il confronto tra i protagonisti Jaber e Timi stesso. Questo film rappresenta un tentativo audace di costruire una piccola utopia basata sulla convivenza pacifica tra diverse culture.
Dopo aver realizzato l’eccezione rappresentata da “Isabelle” , torna su temi esistenziali con “La memoria del mondo” . Qui racconta come la scomparsa di una donna possa generare riflessioni profonde sia sul piano esistenziale sia su quello artistico; diversamente dai modelli precedenti però qui vi è spazio per la rinascita emotiva dei personaggi coinvolti.
Ultimo progetto: nel nostro giardino
L’ultimo lavoro firmato da Mirko Locatelli è “Nel nostro giardino”, dove due fratelli orfani vengono accolti da uno sceneggiatore e un regista nella loro casa in collina. In questo progetto finale si evidenzia l’intento degli autori nell’esplorare come la finzione possa arricchire ed interagire con la realtà quotidiana degli individui coinvolti nella narrazione.
Locatelli insieme a Tarantelli desiderano trasmettere uno messaggio profondo sul potere trasformativo dell’arte non solo per chi partecipa attivamente ma anche per gli spettatori stessi; così facendo lasciano dietro sé non solo opere cinematografiche ma anche spunti riflessivi destinati ad essere ricordati nel tempo.