Un intervento di chirurgia estetica si è trasformato in tragedia a Roma, dove una donna di 46 anni è deceduta dopo una liposuzione effettuata in un ambulatorio privo delle necessarie autorizzazioni. Ana Sergia Alcivar Chenche, originaria dell’Ecuador e residente a Genova, ha perso la vita al policlinico Umberto I dopo essere stata trasportata d’urgenza. Il caso ha sollevato interrogativi sulla legalità della struttura e sull’operato del personale medico coinvolto.
La tragedia avvenuta sabato pomeriggio
Il drammatico evento si è verificato sabato pomeriggio quando Ana Sergia Alcivar Chenche si era recata nell’ambulatorio del dottor Jose Lizarraga Picciotti, situato in via Francesco Roncati nel quartiere Primavalle di Roma. Non era la prima volta che la donna affrontava un intervento simile; tuttavia, questa volta ha scelto di sottoporsi a una liposuzione per perdere peso. La decisione sembra essere stata influenzata da recensioni positive ricevute da amici e dai prezzi competitivi pubblicizzati dal chirurgo sui social media.
Dopo aver iniziato l’operazione intorno alle 17:00, Ana Sergia ha accusato un malore poco dopo l’inizio dell’intervento. Secondo le prime ricostruzioni degli investigatori, il malore potrebbe essere stato causato dalla somministrazione dell’anestesia o da altre complicazioni legate all’intervento stesso. L’equipe medica non ha immediatamente attivato i soccorsi; solo successivamente il dottore ha deciso di chiamare un’ambulanza privata quando le condizioni della paziente sono peggiorate drasticamente.
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Ana Sergia è arrivata al pronto soccorso del policlinico Umberto I alle 20:32 già intubata e in arresto cardiocircolatorio. Nonostante i tentativi dei medici per rianimarla durati oltre un’ora, non c’è stato nulla da fare per salvarla.
Indagini sul chirurgo e sulla struttura
La morte della quarantasettenne ha portato all’apertura di un’indagine penale nei confronti del dottor Jose Lizarraga Picciotti e dei membri della sua equipe medica, tra cui l’anestesista Paolo Colcerasa. Gli investigatori stanno esaminando se ci siano state violazioni delle normative sanitarie vigenti riguardanti gli ambulatori privati nella Regione Lazio.
Le indagini hanno rivelato che l’ambulatorio operava senza autorizzazione dal 2012; infatti, l’ultima licenza concessa risaliva al 2007 ed era valida solo per cinque anni. Gli agenti hanno sequestrato la cartella clinica della paziente insieme alla struttura stessa per raccogliere ulteriori prove sulle condizioni igieniche e sull’equipaggiamento presente durante l’intervento.
In aggiunta ai problemi legali relativi alla mancanza delle necessarie autorizzazioni operative, emergono anche precedenti professionali del chirurgo coinvolto: Lizarraga Picciotti aveva già affrontato procedimenti legali nel passato per lesioni colpose segnalate da altri pazienti nel 2006 e nel 2018.
La denuncia della famiglia
Dopo il decesso di Ana Sergia Alcivar Chenche, il suo compagno si è recato presso il commissariato Primavalle accompagnando familiari ed avvocatesse Tatiana Currelli e Lina Armonia nella presentazione formale della denuncia contro il medico che aveva eseguito l’intervento fatale. Il racconto degli eventi fornito dalla famiglia evidenzia come tutto fosse iniziato con una semplice telefonata per fissare un appuntamento con quello che sembrava essere un professionista affidabile secondo le testimonianze raccolte online.
La vicenda solleva interrogativi importanti riguardo alla sicurezza degli interventi chirurgici estetici condotti in strutture non regolarmente autorizzate ed evidenzia i rischi associati a pratiche potenzialmente illegali nel settore sanitario privato italiano.