La tragica morte di Aurora Maniscalco, una giovane hostess palermitana di 24 anni, ha scosso la comunità italiana e sollevato interrogativi sulla dinamica dell’incidente avvenuto a Vienna. La ragazza è precipitata dal terzo piano di un edificio nella notte tra sabato e domenica ed è deceduta in ospedale per le gravi ferite riportate. Le autorità locali stanno indagando sull’accaduto, con sospetti che possano indicare qualcosa di più complesso rispetto a un semplice incidente.
Chi era Aurora Maniscalco
Aurora Maniscalco era originaria di Palermo e si era trasferita a Vienna tre anni fa dopo aver vissuto anche in Repubblica Ceca. Lavorava per Lauda Air, una compagnia aerea che opera nel settore del trasporto passeggeri. I suoi familiari descrivono una giovane donna piena di vita e con sogni da realizzare; infatti, aveva recentemente manifestato l’intenzione di iscriversi a un corso di tedesco per migliorare le sue competenze linguistiche.
La sua vita professionale sembrava procedere bene fino al tragico evento che ha portato alla sua morte. Durante il suo soggiorno nella capitale austriaca, viveva con il fidanzato, anch’egli palermitano e assistente di volo presso un’altra compagnia aerea. Questo legame affettivo sembra essere stato messo alla prova da recenti tensioni tra i due.
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Le circostanze della tragedia
Secondo quanto riportato dalle autorità locali, la polizia sta esaminando attentamente le circostanze della caduta dalla finestra dell’appartamento dove viveva Aurora con il fidanzato. Al momento dell’incidente, i due erano insieme e pare ci fosse stata una lite poco prima della tragedia. Il fidanzato ha riferito agli investigatori che la ragazza si sarebbe lanciata nel vuoto dopo una discussione accesa.
Tuttavia, questa versione dei fatti non convince i familiari della vittima. Essi hanno espresso forti dubbi riguardo all’ipotesi del suicidio e chiedono chiarezza su vari aspetti dell’accaduto: perché il fidanzato abbia contattato immediatamente la propria famiglia senza avvisare prima quella della giovane? Perché non sono stati sequestrati gli oggetti presenti nell’appartamento? Queste domande rimangono senza risposta mentre le indagini proseguono.
Richiesta d’autopsia e reazioni dei familiari
I genitori di Aurora hanno raggiunto rapidamente Vienna dopo aver appreso della tragedia; sono stati ricevuti dall’ambasciata italiana per ricevere supporto durante questo difficile momento. Hanno presentato denuncia alle autorità sia in Austria che in Italia richiedendo l’autopsia sul corpo della figlia poiché ritengono fondamentale chiarire ogni aspetto legale dell’incidente.
L’avvocato Alberto Raffadale rappresenta la famiglia nella richiesta d’esami approfonditi sui cellulari utilizzati da Aurora e sul sequestro degli effetti personali presenti nell’abitazione condivisa con il fidanzato. Gli esami tossicologici effettuati sulla giovane hanno dato esito negativo; ciò alimenta ulteriormente i dubbi circa l’ipotesi del suicidio avanzata inizialmente dalle forze dell’ordine.
Un caso ancora aperto
Mentre gli investigatori continuano ad analizzare tutti gli elementi raccolti finora, resta alta l’attenzione mediatica attorno al caso grazie anche all’impegno dei familiari nel cercare giustizia per Aurora. “Non ci fermeremo mai,” ha dichiarato Federica Bevilacqua, cugina della vittima, sui social media; “faremo tutto ciò che è necessario affinché venga fatta luce su questa vicenda”.
Il dramma umano dietro questa storia continua ad affliggere chi conosceva Aurora ed evidenziare come ogni dettaglio possa rivelarsi cruciale nelle indagini ancora aperte sulle cause reali dietro alla sua morte prematura.