Nell’ambito dei funerali del cardinale Giovanni Battista Re, si è parlato dell’importanza dell’enciclica “Laudato si'” di Papa Francesco, che invita a riflettere sui doveri verso la nostra casa comune. Questo tema è stato approfondito dal teologo Simone Morandini, che ha analizzato come il pontificato di Francesco abbia posto un forte accento sulla conversione ecologica.
L’enciclica Laudato si’
Simone Morandini, teologo e laureato in fisica, sottolinea come l’impegno ecologico di Papa Francesco sia iniziato con la sua elezione nel 2013. La scelta del nome Francesco d’Assisi rappresenta un chiaro segnale della sua volontà di promuovere la custodia del creato. Nella sua omelia programmatica ha richiamato l’importanza della protezione ambientale, citando il santo patrono degli animali e dell’ambiente. Dopo una prima menzione nell’esortazione apostolica “Evangelii gaudium”, nel 2015 arriva l’enciclica “Laudato si'”, che affronta in modo dettagliato le questioni legate alla crisi climatica e alla cura della terra.
Negli anni successivi, altre esortazioni come “Querida Amazonia” e “Laudate Deum” hanno continuato a sviluppare questi temi. La Giornata mondiale di preghiera per la cura del creato istituita da Francesco nel 2015 è diventata un appuntamento annuale significativo per sensibilizzare su queste problematiche globali.
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Un magistero ecologico
Morandini evidenzia che il magistero ecologico di Papa Francesco va oltre quanto espresso in “Laudato si'”. Uno studente sta attualmente completando una tesi sul tema post-enciclica, dimostrando quanto ci sia ancora da esplorare in questo ambito. Tra i punti salienti vi è l’urgenza etica e politica riguardo alla terra: ascoltare sia il grido della terra sia quello dei poveri diventa fondamentale per comprendere le sfide contemporanee.
Il teologo parla anche dell’intenso radicamento teologico delle questioni ambientali nella fede cristiana. Bergoglio recupera elementi fondamentali sulla creazione presenti nella tradizione religiosa ma li presenta attraverso una lente inclusiva ed ecumenica. L’idea di “ecologia integrale” emerge come un concetto chiave per spiegare cosa significhi realmente prendersi cura del creato secondo i principi cristiani.
La radice biblica della custodia del creato
“Laudato si'” trae ispirazione dal secondo capitolo della Genesi dove gli esseri umani sono posti nel giardino affinché lo coltivino e lo custodiscano. Questo duplice ruolo implica non solo trasformare ma anche preservare la vitalità degli ecosistemi naturali. Il messaggio centrale sottolinea che questa responsabilità non è isolata ma fa parte di una narrazione più ampia presente nella Bibbia: ogni libro sacro rimanda a un legame profondo tra gli esseri umani e la terra.
Francesco d’Assisi viene citato frequentemente perché incarna questa visione olistica; egli insegna a lodare Dio insieme al creato stesso piuttosto che separatamente dall’ambiente circostante.
Riferimenti storici al magistero papale sulla cura per il creato
Il messaggio contenuto in “Laudato si’” trova eco nei predecessori papali a partire da Giovanni XXIII fino ad arrivare ai giorni nostri con Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, entrambi sensibili alle questioni ambientali pur senza dedicarvi uno spazio centrale nei loro insegnamenti. Giovanni Paolo II ha fatto riferimento all’ecologia già negli anni ’90 con messaggi significativi riguardo alla pace globale legata anche alla salute dell’ambiente naturale.
Papa Benedetto XVI ha ripreso questi temi vent’anni dopo evidenziando ulteriormente le sfide contemporanee legate all’ambiente; tuttavia è sotto Bergoglio che avviene una vera svolta qualitativa nell’approccio ecclesiale verso le problematiche climatiche ed ecologiche grazie all’influenza delle correnti ecumeniche moderne.
La connessione tra crisi sociale ed emergenza climatica
Papa Francesco mette in luce come esista una correlazione diretta tra crisi ambientale e sociale attraverso ciò che definisce “cultura dello scarto”. Questa cultura evidenzia disparità nell’accessibilità alle risorse naturali ed espone i più vulnerabili ai rischi maggiori derivanti dai cambiamenti climatici. In particolare nelle sue ultime encicliche emerge chiaramente l’indignazione contro sistemi economici ingiusti dove coloro capaci di agire poco fanno rispetto agli effetti devastanti causati dalla loro inattività sulle popolazioni meno responsabili delle crisi stesse.
L’enciclica “Laudate Deum”, sebbene meno impattante rispetto al suo predecessore “Laudato Si’”, continua comunque ad affrontare tematiche cruciali durante eventi internazionali sul clima come COP28 tenutasi recentemente a Dubai.
I frutti principali del magistero sulla casa comune
Il Movimento Laudato Si’, fondamentalmente composto da oltre 16mila animatori attivi globalmente – circa 3mila solo in Italia – rappresenta uno dei risultati tangibili dell’insegnamento papale sull’ambiente. In Italia sono state create Comunità Laudato Si’, supportate da figure ecclesiali locali impegnate nella sensibilizzazione su queste tematiche crucialmente importanti oggi giorno. Altre organizzazioni italiane stanno lavorando parallelamente su formazione spirituale ed educativa riguardante questioni ambientali contribuendo così ad ampliare ulteriormente questo patrimonio culturale collettivo basato su valori condivisi dalla Chiesa cattolica stessa.
Nonostante ci siano stati caldi dibattiti politici sull’emergenza climatica negli Stati Uniti o calano notizie dedicate al clima sui media italiani rispetto agli anni precedenti resta evidente quanto importante rimanga continuare ad affrontarli seriamente senza cadere nell’oblio ideologico o politico strumentalizzato dai vari schieramenti.