Oggi, Papa Leone XIV ha ricevuto in udienza un centinaio di nunzi apostolici e rappresentanti pontifici, sottolineando l’importanza del loro ministero nel promuovere relazioni e costruire ponti tra la Chiesa cattolica e le diverse nazioni. L’incontro si è svolto dopo il Giubileo della Santa Sede, con partecipanti provenienti da Taiwan, Hong Kong e Myanmar. Durante l’udienza, il Pontefice ha condiviso riflessioni sul ruolo dei rappresentanti papali nel mondo contemporaneo.
Il ruolo insostituibile dei nunzi apostolici
Papa Leone XIV ha aperto l’incontro esprimendo la sua gratitudine per il lavoro svolto dai nunzi apostolici. “Il vostro ruolo è insostituibile”, ha affermato a braccio, richiamando le parole già pronunciate in una plenaria del Dicastero dei vescovi. Il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ha annunciato un pranzo conviviale previsto per domani con il Santo Padre.
Il Papa ha evidenziato come i nunzi siano una rappresentazione vivente della Chiesa cattolica nel mondo: “Non esiste alcun altro Corpo diplomatico così universale come il nostro”. Ha sottolineato che la comunione tra i membri non è solo funzionale o ideale ma radicata nella fede comune in Cristo. Questa dimensione spirituale conferisce al loro operato un significato profondo.
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Le parole del Pontefice hanno messo in luce anche l’importanza delle informazioni fornite dai suoi rappresentanti nei vari Paesi: “Quando mi viene presentata una situazione riguardante la Chiesa in un determinato Paese posso contare sulla documentazione preparata da voi”. Questo scambio di informazioni permette al Papa di comprendere meglio le necessità delle comunità locali.
Creare relazioni attraverso umiltà e realismo
Un tema centrale dell’intervento del Papa è stato quello della creazione di relazioni autentiche. “Il ministero di Pietro consiste nel costruire ponti”, ha dichiarato Leone XIV. Ha invitato i presenti a essere sempre lo sguardo attento della Chiesa nei luoghi dove ci sono difficoltà nelle relazioni interpersonali.
In questo contesto, il Pontefice si è riferito all’umiltà necessaria per affrontare le sfide quotidiane: “Pietro sa benissimo di non avere tutte le soluzioni; ma sa anche che ciò che conta davvero è Cristo“. La citazione biblica utilizzata dal Santo Padre riguarda la guarigione dello storpio ed evidenzia come oggi molti siano emarginati dalla società.
“Guardarsi negli occhi significa costruire una relazione”, ha aggiunto Leone XIV richiamandosi allo stile vicino alle persone tipico dell’insegnamento cristiano. Questo approccio invita a superare barriere culturali o sociali per creare legami significativi con gli altri.
Un messaggio ai rappresentanti pontifici
Nel suo discorso, Papa Leone XIV si è rivolto direttamente ai suoi inviati affinché portino avanti un messaggio chiaro: “La Chiesa deve essere sempre pronta ad aiutare gli ultimi”. Ha ribadito l’importanza della difesa dei diritti fondamentali alla fede religiosa e alla dignità umana.
“Dare Cristo significa dare amore”, queste parole riassumono l’essenza del servizio richiesto ai nunzi apostolici secondo quanto espresso dal Pontefice. Egli li esorta a testimoniare quella carità che può fare la differenza nelle vite delle persone colpite da guerre o ingiustizie sociali.
Leone XIV conclude questa parte dell’incontro ricordando che ogni azione deve essere guidata dall’amore verso gli altri: “Solo l’amore è degno di fede”. Questo invito risuona forte soprattutto nei contesti più difficili dove molti vivono situazioni drammatiche quotidianamente.
L’importanza dell’obbedienza al Papa
Infine, durante l’udienza si fa riferimento all’anello donato ai partecipanti con inciso “sub umbra Petri”, simbolo della protezione papale su ciascun nunzio apostolico. Il Santo Padre incoraggia tutti a sentirsi legati a lui nella missione comune per edificare la Chiesa insieme ai vescovi locali attraverso una comunione effettiva con Roma.
“Abbiate sempre uno sguardo benedicente”, raccomanda Leone XIV mentre invita i presenti ad essere strumenti attivi nella promozione della dignità umana ovunque operino. La presenza storica degli inviati papali viene vista come fondamentale nell’affermazione della fede cattolica nel mondo moderno ed eterogeneo odierno.