L’udienza tenutasi venerdì scorso tra Papa Leone XIV e le associazioni dell’Arena di Pace di Verona ha rappresentato un’importante occasione per ribadire l’impegno della Chiesa verso la giustizia sociale e la pace. L’incontro, organizzato dal Vescovo di Verona Domenico Pompili insieme ai Comboniani, ha visto la partecipazione delle principali realtà cattoliche e laiche italiane attive in questi ambiti.
Un incontro che celebra l’unità
L’udienza ha avuto il sapore di una grande riunione familiare, con delegazioni provenienti da diverse associazioni che collaborano per costruire un mondo più giusto. Tra i presenti c’erano figure significative come don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli e Andrea Riccardi, insieme a rappresentanti delle organizzazioni Mediterranea Saving Humans e Refugees in Libya. Queste ultime sono considerate “sorelle minori” del movimento per la pace, essendo state fondate rispettivamente nel 2018 e nel 2021.
Per comprendere appieno il significato dell’incontro è utile ricordare che l’Arena di Pace è stata istituita nel 1986 come punto d’incontro per cristiani e persone impegnate nella promozione della pace. Sotto la guida spirituale di figure come don Tonino Bello e Padre Turoldo, molti hanno alzato insieme il grido della pace. La presenza del Papa all’udienza non solo conferma questo percorso storico ma sottolinea anche l’accompagnamento materno della Chiesa nei confronti dei suoi membri.
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L’appello alla fraternità
Durante il suo discorso, Papa Leone XIV ha esortato i partecipanti a essere “presenti dentro la pasta della storia” come lievito per l’unità sociale. Ha richiamato all’importanza della fraternità come valore fondamentale da riscoprire nella vita quotidiana delle comunità religiose e civili. Questo concetto è stato fortemente sostenuto anche da Papa Francesco ed è parte integrante del Magistero sociale contemporaneo.
Le parole del Pontefice evidenziano che la fraternità deve essere scoperta, amata ed esperita nelle relazioni interpersonali quotidiane. Le realtà presenti all’udienza si impegnano già in questa direzione attraverso progetti concreti volti a promuovere coesione sociale tra diverse comunità.
Negli ultimi tempi si è assistito a un crescente interesse mediatico riguardo alle differenze o continuità tra i pontificati recenti; tuttavia tali analisi possono risultare fuorvianti se non si comprende appieno il ruolo unico della Chiesa rispetto ad altre istituzioni politiche o civili.
Riflessioni sulla tradizione ecclesiale
Un aneddoto significativo riguarda mons. Loris Capovilla, segretario particolare di Giovanni XXIII: quando quest’ultimo promulgò l’enciclica “Pacem in terris”, ricevette telegrammi da tutto il mondo ringraziandolo per aver parlato con voce chiara sul tema della pace globale. Giovanni XXIII affermò che quel messaggio non era solo dottrina sua ma rifletteva gli insegnamenti fondamentali del Vangelo.
Questa tradizione continua oggi con Leone XIV così come avvenne con Francesco; entrambi sono discepoli fedeli degli insegnamenti cristiani che invitano tutti a unirsi nella costruzione del bene comune attraverso azioni concrete ispirate dall’amore reciproco.