I referendum dell’8 e 9 giugno si avvicinano, portando con sé un clima di tensione politica. Il centrodestra, guidato da Giorgia Meloni, ha manifestato una posizione chiara sull’astensionismo, mentre la sinistra reagisce con veemenza. La recente dichiarazione del primo ministro durante la celebrazione della festa della Repubblica ha acceso il dibattito.
La dichiarazione di Giorgia Meloni
Durante la cerimonia per il 2 giugno, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rilasciato una dichiarazione che ha suscitato polemiche. Ha affermato: “Vado, ma non ritiro la scheda,” lasciando intendere che potrebbe recarsi al seggio senza partecipare attivamente al voto. Questa posizione è stata interpretata come un invito all’astensione dai referendum in programma. Nonostante sia legittimo andare a votare senza ritirare le schede, l’opposizione ha colto l’occasione per criticarla aspramente.
Riccardo Magi, segretario di Più Europa e promotore del quesito sulla cittadinanza, è stato tra i primi a rispondere alla Meloni. Ha definito le sue parole “furbe ma false,” sottolineando che non si può considerare valido un voto se non si ritirano le schede necessarie. Secondo Magi, questa posizione dimostra una paura da parte della maggioranza nei confronti del voto popolare e contrasta con i principi democratici celebrati proprio nella giornata dedicata alla Repubblica.
Le reazioni dell’opposizione
Le critiche nei confronti della premier sono arrivate anche da altri esponenti politici. Francesco Boccia del Partito Democratico ha accusato Meloni di ingannare gli italiani e di temere la partecipazione democratica dei cittadini. Ha evidenziato come tale atteggiamento sia inaccettabile in un Paese dove il Parlamento dovrebbe rappresentare la voce dei cittadini.
Giuseppe Conte dei Cinque Stelle ha espresso indignazione per quanto accaduto durante la celebrazione nazionale. Ha richiamato l’attenzione sul fatto che negli ultimi trent’anni Meloni non abbia mai preso misure significative a favore dei lavoratori precari o delle persone in difficoltà economica. Conte ha citato l’articolo 3 della Costituzione italiana riguardo alla libertà e uguaglianza “di fatto”, sostenendo che molti cittadini non godono realmente di questi diritti fondamentali.
Anche Angelo Bonelli di Europa Verde si è unito alle critiche verso il governo attuale, definendo completa una lista simbolica dei “sabotatori” del referendum che include ora anche la presidente del Consiglio.
Normative sui referendum
In mezzo alle polemiche politiche emerge anche un aspetto normativo importante riguardante i referendum stessi. Le “Istruzioni per le operazioni degli uffici di sezione” fornite dal Ministero dell’Interno chiariscono come deve essere gestita la situazione degli elettori che decidono di non ritirare le schede referendarie.
Secondo queste indicazioni ufficiali, chi rifiuta tutte le schede non può essere considerato votante e quindi non viene conteggiato tra coloro che partecipano al voto nella propria sezione elettorale. Questo implica chiaramente che scegliere deliberatamente di astenersi equivale ad escludersi dalla contabilità finale delle votazioni effettuate.
Inoltre, viene specificata anche una procedura nel caso ci siano più referenda contemporaneamente: gli elettori possono legittimamente decidere quali schede ritirare o meno senza incorrere in sanzioni legali o amministrative; ciò significa poter esercitare liberamente il diritto al voto su alcuni quesiti mentre ci si astiene su altri.
La questione rimane aperta mentre ci avviciniamo alle date cruciali delle consultazioni popolari previste per giugno prossimo.