L’incontro tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron, previsto per il 3 giugno, segna un’importante ripresa nei rapporti bilaterali tra Italia e Francia. Dopo un periodo di tensione e incomprensioni, i due leader si preparano a ristabilire una comunicazione diretta che potrebbe favorire una maggiore cooperazione su temi strategici comuni.
L’importanza dell’incontro del 3 giugno
Il meeting del 3 giugno rappresenta un passo significativo nella relazione tra i due paesi. Fino ad ora, gli incontri precedenti non avevano avuto la formalità di visite bilaterali vere e proprie. L’ultimo incontro ufficiale risale a settembre 2022 a Roma, ma era avvenuto in occasione di un evento diverso, senza la possibilità di affrontare questioni specifiche in modo diretto. La richiesta formale da parte della presidenza francese per questo nuovo appuntamento è stata accolta con favore dagli ambienti diplomatici italiani, evidenziando l’intenzione di ricostruire legami più solidi.
La ripresa dei contatti diretti è vista come una necessità dopo il blocco delle relazioni ai vertici che ha caratterizzato gli ultimi anni. Le divergenze politiche esistenti non devono offuscare le aree in cui Italia e Francia possono collaborare efficacemente. Entrambi i paesi condividono interessi strategici comuni che riguardano questioni europee e internazionali rilevanti.
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Storia recente dei rapporti italo-francesi
Negli anni ’80, l’alleanza tra socialisti francesi e italiani aveva portato alla creazione di vertici governativi annuali che hanno facilitato il dialogo continuo fino al vertice tenutosi a Lione nel settembre 2017. Tuttavia, le tensioni emerse durante i governi Conte I hanno interrotto questo ciclo nel biennio successivo. Il tentativo di rilanciare le relazioni si era concretizzato con l’incontro a Napoli nel febbraio 2020 fra Macron e Conte II.
Con l’arrivo del governo Draghi nel febbraio del 2021 si è assistito a un rinnovato slancio nelle relazioni bilaterali culminato nella firma del Trattato del Quirinale nello stesso anno. Questo accordo ha reintrodotto la formula dei vertici annualmente programmati ma ha anche ampliato la cooperazione attraverso misure aggiuntive come incontri trimestrali fra ministri competenti.
Tuttavia, con lo scoppio della guerra in Ucraina sono emerse nuove priorità diplomatiche che hanno messo in secondo piano altre dimensioni delle relazioni italo-francesi.
Cooperazione ministeriale sotto il governo Meloni
Sotto la guida dell’esecutivo Meloni, il Trattato del Quirinale ha cominciato ad operare attivamente anche sul piano ministeriale. Ciò ha portato a una crescita della collaborazione su vari fronti chiave: Esteri, Difesa, Trasporti, Ricerca ed Industria sono solo alcuni degli ambiti dove si è registrata una maggiore sinergia fra Roma e Parigi.
Anche figure politiche tradizionalmente critiche nei confronti di Macron stanno mostrando apertura al dialogo; Matteo Salvini, ad esempio, mantiene buone relazioni con Philippe Tabarot, suo omologo francese ai Trasporti. Questo clima positivo riflette un desiderio comune di affrontare insieme sfide sia nazionali sia europee attraverso consultazioni regolari previste dal trattato stesso.
Le difficoltà storiche legate alla gestione dell’immigrazione continuano però ad essere uno scoglio da superare per garantire stabilità nelle interazioni future fra i due governi.
Una nuova fase nei rapporti italo-francesi?
Il blocco delle comunicazioni ai massimi livelli aveva creato uno scenario paradossale considerando le affinità strategiche esistenti tra Italia e Francia su temi cruciali come quello ucraino o le dinamiche geopolitiche globali recenti. La figura politica di Giorgia Meloni viene spesso erroneamente associata all’estrema destra francese; tuttavia, entrambe le nazioni condividono obiettivi simili nell’ambito europeo pur mantenendo approcci diversi su alcune questioni.
L’incontro imminente offre quindi l’opportunità per entrambi i leader d’impegnarsi nuovamente in discussioni strutturate all’interno d’un quadro istituzionale consolidato. Un ritorno alle consuetudini passate potrebbe risultare vantaggioso per affrontare insieme sfide future importanti come quelle poste dall’amministrazione Trump o dalla crisi ucraina attuale.