Ritorno della danza contemporanea al Teatro dell’Opera di Roma: la stagione 2024/2025

Il Teatro dell’Opera di Roma presenta la stagione di danza contemporanea 2024/2025, con opere innovative come “Cacti”, “Subject to Change” e “Four Last Songs”, dirette da artisti di fama internazionale.
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Il Teatro dell’Opera di Roma si prepara ad accogliere una nuova stagione di danza contemporanea per il 2024/2025, con un programma che include opere significative e innovative. Tra i titoli in cartellone spiccano “Cacti”, “Subject to Change” e “Four Last Songs”, diretti da nomi noti del panorama coreutico internazionale. La direzione artistica è affidata a Thomas Herzog, mentre le coreografie sono firmate da Alexander Ekman, Sol León e Paul Lightfoot, oltre a David Dawson.

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Cacti: un viaggio nell’ironia della danza

“Cacti” è una delle opere più attese della stagione. Creata nel 2010 per il Nederlands Dans Theater 2 da Alexander Ekman, questa performance torna sul palcoscenico romano dopo la sua prima apparizione nel 2017. L’opera si distingue per il suo approccio provocatorio nei confronti dei codici tradizionali della danza. Attraverso l’uso di elementi scenografici come quadrati bianchi che compongono una scacchiera mutevole e l’interazione tra danzatori e musica classica – eseguita dal Quartetto Sincronie con brani di Haydn, Beethoven e Schubert – viene messa in discussione la narrazione tradizionale nella danza.

La coreografia invita gli spettatori a riflettere sulla natura stessa dell’arte coreutica in un contesto moderno dominato dalla tecnologia. Un elemento distintivo è la voce fuori campo che pone interrogativi sulla funzione della danza come forma d’espressione artistica contemporanea. I danzatori non sono presentati solo come interpreti ma anche come atleti; i loro movimenti richiamano l’estetica sportiva attraverso tutine aderenti ed espressioni fisiche intense.

L’ironia permea tutta l’opera: mentre i danzatori cercano di ipnotizzare il pubblico con le loro performance, emergono momenti comici e surreali, come un gatto che cade dal soffitto o cactus dalle forme ambigue che simboleggiano sia bellezza sia difficoltà nella vita quotidiana.

Subject to Change: esplorazione delle emozioni umane

“Subject to Change,” opera creata dai coreografi Sol León e Paul Lightfoot, offre uno sguardo più intimo sulle complessità emotive dell’esistenza umana. Con protagonisti Rebecca Bianchi e Jacopo Giarda affiancati da quattro danzatori vestiti di nero su un tappeto rosso, questa performance affronta temi quali l’imprevedibilità della vita attraverso movimenti estremamente espressivi.

La colonna sonora è composta dal quartetto per archi n°14 in Re minore “Der Tod und das Mädchen” di Franz Schubert nell’arrangiamento del compositore Gustav Mahler. La musica accompagna i movimenti tesi dei danzatori creando un’atmosfera carica di tensione emotiva; ogni gesto sembra raccontare storie personali intrise di dolore ma anche speranza.

Questa opera si distingue per la sua capacità evocativa; gli spettatori vengono trasportati in una dimensione dove ogni movimento comunica fragilità ed energia vitale allo stesso tempo. L’interazione tra luce e ombra contribuisce ulteriormente alla creazione di atmosfere suggestive che rendono palpabile il messaggio centrale dell’opera: la vita può cambiare all’improvviso senza preavviso.

Four Last Songs: celebrazione del ciclo vitale

A chiudere la serata sarà “Four Last Songs,” realizzato dal coreografo David Dawson su musiche del compositore Richard Strauss. Questa opera rappresenta una riflessione poetica sulle stagioni della vita attraverso interpretazioni vocali intense fornite dalla soprano Madeleine Pierard accompagnata dall’orchestra del teatro capitolino.

I passi a due scultorei vedranno coinvolta anche Alice Mariani, prima ballerina del Teatro alla Scala; insieme al corpo principale dei ballerini romani daranno vita a sequenze ispirate alla tradizione neoclassica ma rivisitate con uno sguardo moderno ed evocativo verso ideali irraggiungibili simili alle opere michelangelesche.

Le luci progettate da Bert Dalhuysen contribuiranno a creare atmosfere oniriche accentuando le emozioni suscitate dalla musica straussiana mentre i corpi dei ballerini sembreranno fluttuare nello spazio scenico quasi cercando quella purezza ideale tanto desiderata quanto sfuggente nella realtà quotidiana degli esseri umani.

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