Rosy Bindi critica Giorgia Meloni e il governo durante un’intervista su La7

Rosy Bindi critica il governo Meloni, denunciando l’immagine provocatoria di Trump e la manifestazione neo-fascista a Milano, evidenziando l’assenza di condanna da parte del centrodestra.
Rosy Bindi critica Giorgia Meloni e il governo durante un'intervista su La7 - Socialmedialife.it

Rosy Bindi, ex ministra della Sanità e figura di spicco del Partito Democratico, ha lanciato duri attacchi contro Giorgia Meloni e il suo governo nel corso della trasmissione “In altre parole” su La7. Le sue dichiarazioni spaziano da commenti sull’immagine controversa pubblicata da Donald Trump a riflessioni sulla manifestazione di neo-fascisti a Milano in ricordo di Sergio Ramelli.

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Critiche all’immagine di Trump

Durante l’intervista, Massimo Gramellini ha chiesto a Bindi un parere sul fotomontaggio che ritrae Donald Trump in abito papale. L’ex ministra non ha risparmiato critiche: “È noto che Trump sia irriverente, un po’ blasfemo e megalomane”, ha affermato. Tuttavia, ha aggiunto che non trova motivo di ridere dell’immagine perché rappresenta una provocazione seria. Secondo Bindi, la foto simboleggia la volontà di Trump di porsi come anti-Papa, contrapposto agli insegnamenti del Papa Francesco. Ha espresso sorpresa per il silenzio dei politici italiani definiti “cattolicissimi”, i quali spesso si mostrano devoti ma non prendono posizione contro tali provocazioni.

Manifestazione neo-fascista a Milano

Bindi si è poi espressa riguardo alla recente manifestazione tenutasi a Milano in onore di Sergio Ramelli, giovane ucciso negli anni ’70. Ha descritto l’evento come una pagina triste della storia italiana e ha sottolineato che molti giovani furono vittime delle violenze politiche dell’epoca. Ha sostenuto che sarebbe opportuno dedicare uno spazio pubblico alla memoria delle vittime sia neofasciste sia comuniste degli anni passati.

Riguardo alle affermazioni della presidente del Consiglio Meloni sulla sua riluttanza ad autodefinirsi antifascista, Bindi ha contestato la narrazione secondo cui la sinistra non condannerebbe le dittature politiche: “Da molto tempo a destra non c’è nessun imbarazzo nel condannare ogni forma di dittatura”, ha detto.

Un passato difficile tra destra e sinistra

L’ex presidente della Commissione Antimafia ha ricordato i tragici eventi degli anni ’70 con toni nostalgici ma critici nei confronti dell’attuale situazione politica italiana. Ha messo in evidenza come le manifestazioni odierne siano diverse rispetto al passato: “La sinistra oggi ha chiuso con quel periodo”. In contrasto con questa visione storica, sostiene che le celebrazioni dei martiri da parte dei gruppi neofascisti dimostrano una continuità preoccupante con il passato violento.

Bindi ricorda anche episodi personali legati alla violenza politica; fu testimone dell’assassinio del professor Vittorio Bachelet per mano delle Brigate Rosse nel 1980. Questo background personale conferisce peso alle sue parole quando parla delle divisioni tra destra e sinistra nella memoria storica italiana.

Riflessioni finali sulle manifestazioni odierne

Infine, Bindi conclude sottolineando quanto sia grave il fatto che nel centrodestra ci siano pochi segnali concreti contro le manifestazioni neo-fasciste contemporanee: “In quel genere di manifestazione è sempre presente il saluto romano”. Queste parole evidenziano una preoccupazione crescente per l’assenza di condanna da parte del governo Meloni verso tali eventi considerati simbolicamente legati al fascismo storico italiano.

Le dichiarazioni dell’ex ministra offrono uno spaccato significativo sulle tensioni politiche attuali in Italia e sul modo in cui vengono affrontate questioni storiche delicate dalla classe dirigente contemporanea.

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