Sanzioni storiche per Apple e Meta: la Commissione Europea agisce contro le pratiche anticoncorrenziali

La Commissione Europea multa Apple e Meta per pratiche anticoncorrenziali, segnando un passo decisivo nel rispetto del Digital Markets Act e nella regolamentazione delle big tech nel mercato europeo.
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La Commissione Europea ha emesso le prime sanzioni nell’ambito del Digital Markets Act , una legge introdotta nel 2022 per limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche nel mercato digitale europeo. Le due aziende colpite, Apple e Meta, sono state multate rispettivamente di 500 milioni e 200 milioni di euro per comportamenti considerati anticoncorrenziali. Questa decisione segna un passo importante nella strategia dell’Unione Europea volta a regolare i “gatekeeper” digitali.

Dettagli sulle sanzioni inflitte

Le multe imposte a Apple e Meta sono il risultato di violazioni specifiche delle norme stabilite dal DMA. In particolare, la Commissione ha accusato Apple di aver ostacolato gli sviluppatori di app impedendo loro l’inserimento di collegamenti esterni che consentirebbero agli utenti di effettuare acquisti al di fuori dell’App Store. Inoltre, l’azienda avrebbe creato vincoli tecnici e commerciali che disincentivano l’utilizzo di canali alternativi per la distribuzione delle app, come il “sideloading”. A questo si aggiunge l’introduzione della “Core Technology Fee”, un onere che penalizza ulteriormente gli sviluppatori.

Meta è stata invece multata per aver introdotto un servizio in abbonamento senza pubblicità su Facebook e Instagram, basato su un modello che costringe gli utenti a scegliere tra autorizzare l’utilizzo dei propri dati personali o pagare per una versione priva di annunci. Questo sistema è stato giudicato dai regolatori europei come non equo poiché non offre alternative adeguate a chi decide di non acconsentire all’uso dei propri dati.

La normativa europea richiede infatti che le piattaforme ottengano il consenso degli utenti prima della combinazione dei dati raccolti da diversi servizi. Chi rifiuta deve avere accesso a opzioni equivalenti anche se meno personalizzate.

La reazione delle aziende coinvolte

Apple ha reagito con fermezza alle sanzioni ricevute, denunciando una presunta discriminazione da parte dell’Unione Europea nei suoi confronti. L’azienda sostiene che tali decisioni possano compromettere la privacy degli utenti e danneggiare la qualità dei suoi prodotti. Ha inoltre confermato l’intenzione di presentare ricorso presso i tribunali europei contro queste misure punitive.

Nel contesto europeo recente, Apple aveva già subito una multa significativa nel settore dello streaming musicale pari a 1,8 miliardi di euro lo scorso anno. Le attuali sanzioni rappresentano circa lo 0,1% del fatturato globale annuo dell’azienda; pur essendo inferiori rispetto al massimo previsto dal DMA , includono ordini immediatamente vincolanti affinché cessino le pratiche contestate.

Meta ha espresso anch’essa intenzione d’impugnare la decisione della Commissione Europea definendola un attacco all’intera industria tecnologica statunitense. Joel Kaplan, responsabile degli affari globali dell’azienda, ha sottolineato come questa situazione possa influenzare negativamente il settore tech in generale.

Un panorama regolatorio in evoluzione

Le recenti sanzioni contro Apple e Meta si inseriscono in un contesto più ampio caratterizzato da crescenti pressioni normative sia negli Stati Uniti sia in Europa nei confronti delle big tech companies. Negli Stati Uniti, Google è stata condannata due volte per abuso della sua posizione dominante nelle aree della ricerca online e pubblicità digitale; mentre Meta affronta procedimenti legali legati ad acquisizioni ritenute anticoncorrenziali.

In Europa, le indagini su Apple e Meta erano iniziate oltre un anno fa ma si intrecciano ora con questioni commerciali internazionali più ampie tra Stati Uniti ed Europa riguardo ai diritti commercializzati dalle tecnologie digitalizzate statunitensi verso quelle europee.

Recentemente ci sono stati sviluppamenti significativi anche sul fronte normativo: Google potrebbe affrontare nuove sanzioni relative alle sue operazioni sul Play Store; X potrebbe essere penalizzata secondo quanto previsto dal Digital Services Act se dovesse risultare colpevole d’infrazioni simili alle precedenti violazioni riscontrate nelle altre piattaforme digitalizzate.

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