Starlink è una rete di satelliti sviluppata da SpaceX, progettata per fornire accesso a Internet ad alta velocità in tutto il mondo, con particolare attenzione alle aree remote. Attualmente, la costellazione conta oltre 7.500 satelliti in orbita, e l’azienda ha piani ambiziosi per espandere ulteriormente questa flotta fino a 42.000 unità. Questo articolo esplora le caratteristiche principali dei satelliti Starlink, le preoccupazioni sollevate dalla comunità scientifica e come osservare questi oggetti nel cielo.
La tecnologia dietro Starlink
I satelliti Starlink sono stati progettati per operare a un’altitudine di circa 550 chilometri sopra la superficie terrestre. Ogni satellite della versione V2 pesa circa 800 chilogrammi al momento del lancio, rendendoli quasi tre volte più pesanti rispetto ai modelli precedenti che pesavano circa 260 kg. Questa maggiore massa consente una capacità operativa superiore e una migliore trasmissione del segnale Internet.
La rete è stata concepita per offrire un servizio internet veloce ed economico anche nelle zone più isolate del pianeta dove le connessioni tradizionali sono difficili o impossibili da implementare. I primi test sono iniziati nel febbraio 2018 con il lancio dei veicoli di prova; successivamente, nel maggio dello stesso anno, SpaceX ha avviato il dispiegamento della costellazione lanciando i primi sessanta satelliti.
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Con l’approvazione della Federal Communications Commission degli Stati Uniti per il lancio di fino a 12.000 unità iniziali e la richiesta successiva per altre 30.000 unità presso enti regolatori internazionali, SpaceX si sta preparando a rivoluzionare l’accesso globale alla banda larga.
Preoccupazioni degli astronomi
L’espansione della costellazione Starlink ha suscitato serie preoccupazioni tra gli astronomi e gli esperti di sicurezza spaziale riguardo all’impatto delle sue dimensioni sull’osservazione astronomica e sulla sicurezza delle missioni spaziali esistenti. “Gli oggetti luminosi in orbita possono interferire con i telescopi terrestri e spaziali rendendo difficile osservare fenomeni celesti importanti.”
Inoltre, alcuni scienziati hanno espresso timori riguardo al de-orbitamento dei vecchi satelliti che potrebbe comportare un rilascio significativo di metallo nell’atmosfera terrestre durante la loro distruzione controllata al termine del ciclo vitale previsto di cinque anni. Questo processo potrebbe avere effetti imprevedibili sul clima globale.
L’Unione Astronomica Internazionale ha messo in guardia contro queste problematiche invitando i progettisti delle megacostellazioni a collaborare con la comunità scientifica affinché possano essere valutati adeguatamente gli effetti sulle infrastrutture astronomiche attuali e future.
Come osservare i satelliti Starlink
Osservare i satelliti Starlink è diventato un’attività popolare tra appassionati dell’astronomia amatoriale grazie alla loro visibilità nel cielo notturno senza necessità di strumenti specializzati; possono apparire come una fila luminosa simile a un trenino o come una collana scintillante mentre attraversano il firmamento.
I momenti migliori per vedere questi satelliti si verificano uno o due giorni dopo ogni nuovo lancio quando ancora non hanno raggiunto completamente la loro altitudine finale ma già orbitano intorno alla Terra nella fase iniziale del dispiegamento; col passare del tempo diventano progressivamente meno visibili man mano che si stabilizzano nella loro posizione definitiva ad alta quota.
Esistono anche applicazioni dedicate che permettono agli utenti di monitorarne il passaggio programmato nei cieli sopra le proprie località, facilitando così l’osservazione diretta degli stessi fenomeni celesti offerti dai nuovi sistemi d’accesso internet via satellite messi in campo da SpaceX.
La storia evolutiva del progetto
Il progetto Starlink è stato annunciato ufficialmente nel gennaio 2015 quando Elon Musk presentò l’idea senza darle ancora un nome specifico; tuttavia già allora era chiaro quale fosse l’obiettivo: portare Internet ovunque attraverso una vasta rete orbitante composta da migliaia di piccoli veicoli spaziali posizionati strategicamente nell’orbita terrestre bassa .
Nel corso degli anni successivi ci sono stati numerosi aggiornamenti sul numero previsto dei veicoli coinvolti: inizialmente stimati intorno ai quattromila ma rapidamente aumentati grazie all’approvazione ricevuta dalle autorità competenti negli Stati Uniti ed internazionali fino ad arrivarne addirittura trentaduemila complessivi proposti dal team tecnico dell’azienda californiana specializzata nei voli commercializzati nello spazio profondo.