La Biennale Teatro 2025, diretta per la prima volta da Willem Dafoe, si svolgerà a Venezia fino al 15 giugno. Il festival, intitolato “Theatre is Body; Body is Poetry”, esplora il legame tra il corpo degli attori e l’esperienza poetica del teatro. Dafoe, noto attore statunitense con una carriera di oltre cinquant’anni nel teatro, sottolinea l’importanza della presenza fisica in un’epoca dominata dalle esperienze virtuali.
La visione di Willem Dafoe
Willem Dafoe ha accettato l’incarico di direttore artistico della Biennale Teatro grazie all’invito del presidente Pietrangelo Buttafuoco. In questa edizione del festival, l’attore mette in risalto due concetti fondamentali: “corpo” e “poesia”. Secondo lui, il teatro è un luogo dove le persone possono incontrarsi e creare una comunità temporanea attraverso la meraviglia e la poesia. Nonostante sia conosciuto principalmente per i suoi ruoli cinematografici, Dafoe ha una lunga carriera teatrale alle spalle che include collaborazioni con importanti compagnie come il Wooster Group.
Il festival offre una serie di spettacoli che riflettono questa filosofia. L’obiettivo è quello di riportare al centro dell’attenzione l’aspetto corporeo dell’arte teatrale in contrapposizione alla crescente digitalizzazione delle esperienze culturali.
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Spettacoli principali: Castellucci e Van Gogh
Uno dei momenti salienti della Biennale sarà lo spettacolo “I mangiatori di patate”, diretto da Romeo Castellucci. Questo lavoro trae ispirazione dal celebre dipinto di Vincent Van Gogh ed esplorerà temi come la fame e l’oscurità attraverso un’installazione piuttosto che uno spettacolo tradizionale. Lo spazio scelto per le rappresentazioni è il Lazzaretto Vecchio, un luogo carico di storia che aggiunge ulteriore profondità all’opera.
Castellucci descrive il suo lavoro come privo di una vera trama narrativa; piuttosto si concentra sull’atmosfera creata dall’ambiente circostante. La scelta del Lazzaretto Vecchio non è casuale: questo ex luogo di confinamento per malati diventa parte integrante dell’esperienza scenica stessa.
Inoltre, oggi avrà luogo anche la prima europea dello spettacolo “Symphony of Rats”, realizzato dal Wooster Group sotto la regia storica di Elizabeth LeCompte e Kate Valk. Questa compagnia newyorkese ha avuto un ruolo fondamentale nella carriera teatrale di Dafoe fin dagli anni ’70.
Ritorno alle radici con omaggi a grandi maestri
La Biennale non dimentica i pionieri del teatro contemporaneo italiano come Luca Ronconi ed Eugenio Barba. Questi artisti hanno segnato profondamente lo sviluppo della scena teatrale nazionale negli ultimi decenni. Barba presenterà “Le nuvole di Amleto”, mentre Thomas Richards porterà in scena “Inanna”. Entrambi gli spettacoli metteranno in evidenza come il corpo possa essere utilizzato per reinterpretare realtà complesse attraverso nuove forme artistiche.
Dafoe afferma che questo festival rappresenta anche un’affermazione chiara sul valore intrinseco del teatro rispetto ad altre forme d’arte letteraria o visiva; esso deve essere vissuto direttamente dagli spettatori attraverso gli attori sul palcoscenico.
Un confronto con le esperienze virtuali
In tempi recenti caratterizzati dall’aumento delle esperienze virtuali nel campo dell’intrattenimento culturale, Dafoe esprime preoccupazione riguardo alla mancanza d’immediatezza nelle interazioni umane offerte da queste piattaforme digitali. Sottolinea come tali esperienze possano risultare noiose poiché privano gli individui della dimensione dell’imprevisto tipica degli eventi dal vivo.
Il direttore artistico invita quindi a riflettere sulla necessità umana d’interagire fisicamente nello spazio condiviso durante le performance teatrali anziché limitarsi a fruizioni passive tramite schermi o dispositivi elettronici.
Questa edizione della Biennale Teatro si presenta dunque non solo come una celebrazione delle arti performative ma anche come uno stimolo alla riflessione su ciò che significa vivere realmente l’esperienza teatrale nell’epoca moderna.