Dal 18 al 20 luglio, il palcoscenico di Brancaccio ospiterà “Kore a Kore”, un’opera teatrale scritta da Gigi Borruso che coinvolge nove autrici e autori siciliani. Questo spettacolo si propone di dare voce alle donne che hanno vissuto esperienze di violenza, affrontando temi delicati come silenzio, paura e vergogna. Attraverso una narrazione intensa e profonda, l’opera invita alla riflessione su un argomento spesso trascurato.
Un progetto sociale nel cuore di Brancaccio
“Kore a Kore” è molto più di uno spettacolo teatrale; è un progetto sociale vincitore del bando FUS Periferie 2025. Ideato da Gigi Borruso e Valentina Console, questo lavoro nasce in collaborazione con il Museo Sociale Danisinni e il Centro di Accoglienza Padre Nostro. Il sostegno del Ministero della Cultura e del Comune di Palermo ha reso possibile la realizzazione dei laboratori teatrali che hanno coinvolto donne del quartiere e giovani volontari del Servizio Civile.
Il debutto avverrà proprio nel luogo in cui i laboratori sono stati condotti: Brancaccio. Qui le storie delle partecipanti si intrecciano con quelle dei professionisti dello spettacolo per creare un’opera collettiva che riflette le esperienze vissute dalla comunità locale. Mariangela D’Aleo, responsabile del Centro Padre Nostro, sottolinea l’importanza della collaborazione con istituzioni locali per costruire nuove pratiche artistiche che possano contribuire alla crescita della comunità.
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La forza simbolica delle porte
La scenografia dello spettacolo è stata concepita da Valentina Console ed è caratterizzata dalla presenza centrale di tre porte. Questi elementi scenici rappresentano non solo l’intimità degli spazi domestici ma anche la dualità tra prigione e libertà. Le porte possono chiudere dietro sé orrori indicibili o aprirsi verso nuove possibilità; simboleggiano quindi sia la sofferenza sia la speranza.
Gigi Borruso descrive “Kore” come una dea mitologica capace di rinascere dopo aver subito violenze: una figura potente che incarna la trasformazione attraverso il dolore. L’opera mira a restituire dignità alle storie delle vittime attraverso un dialogo aperto tra madri, figli e voci diverse all’interno della società.
Un cast variegato tra professionisti e nuovi talenti
Lo spettacolo presenta testi scritti da noti autori siciliani come Cetta Brancato, Beatrice Monroy e Giuseppina Torregrossa, affiancati dalle voci emerse dai laboratori tenuti durante i mesi precedenti al debutto. Gli interpreti professionisti lavoreranno insieme ai partecipanti al laboratorio “Kore a Kore”, creando così uno scambio significativo tra esperienza artistica consolidata ed energia giovanile.
Tra gli attori ci saranno Stefania Blandeburgo insieme ad altri volti noti come Francesco Cammarata e Cinzia Carraro; accanto a loro debuttano anche i nuovi talenti provenienti dal laboratorio teatrale locale: Erina Avaro, Loredana Mattina ed altri ancora portano sul palco freschezza ed entusiasmo.
Rolando Pezzati racconta dell’importanza dell’esperienza teatrale nel suo percorso personale: «Queste attività permettono non solo una crescita individuale ma anche una connessione profonda con tematiche sociali urgenti».
Dettagli pratici per assistere allo spettacolo
L’ingresso allo spettacolo “Kore a Kore” sarà gratuito fino ad esaurimento posti; tuttavia si consiglia vivamente la visione per un pubblico maggiorenne data la delicatezza dei temi trattati sul palco. Lo spazio scelto per questa rappresentazione diventa così non solo luogo d’incontro culturale ma anche piattaforma per dare visibilità alle storie spesso dimenticate o ignorate nella società contemporanea.
Questo evento rappresenta dunque non solo un momento artistico ma anche una chiamata all’azione affinché ogni storia possa essere ascoltata senza timori né vergogne; perché ogni ferita merita attenzione mentre ogni voce ha diritto ad essere accolta nella sua autenticità.