Due giovani su tre in Italia non sono consapevoli del divario di laureati nelle discipline STEM rispetto al resto d’Europa. Inoltre, nove su dieci sottovalutano le differenze di genere nel settore. Questi dati emergono da un’indagine condotta nell’ambito del progetto “Investing for future. Donne e STEAM: da gap a plus“. Per sensibilizzare su queste tematiche, è stata inaugurata la scultura “Urania’s passion” dell’artista Lorenzo Quinn presso l’Università La Sapienza di Roma.
L’opera Urania’s passion e il suo significato
La scultura “Urania’s passion“, realizzata da Lorenzo Quinn, rappresenta due mani femminili che sorreggono una figura simbolica dell’atomo. Questa opera intende celebrare il contributo delle donne alla scienza e sfidare i pregiudizi di genere che ancora oggi influenzano la partecipazione femminile nelle discipline scientifiche. Collocata all’ingresso degli “Spazi Studio Ilaria Sula”, recentemente intitolati a una studentessa vittima di femminicidio, l’opera si propone come un invito a superare le barriere culturali e sociali che ostacolano l’accesso delle donne alle carriere scientifiche.
Il progetto è sostenuto da MSD Italia in collaborazione con l’Università La Sapienza ed ha come obiettivo quello di promuovere una maggiore inclusione delle nuove generazioni nei campi STEM . Attraverso iniziative concrete come borse di studio dedicate alle studentesse meritevoli, si mira a ridurre il gap esistente tra uomini e donne in questi settori.
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Le parole della rettrice Antonella Polimeni
Antonella Polimeni, rettrice dell’Università La Sapienza, ha sottolineato l’importanza della formazione per incentivare la presenza femminile nei corsi STEM. Ha evidenziato come sia necessario lavorare sull’offerta formativa per attrarre più ragazze verso queste discipline tradizionalmente dominate dagli uomini. Tra le iniziative intraprese dall’ateneo ci sono corsi trasversali focalizzati sull’innovazione tecnologica e programmi specifici come “100ragazzeSTEM“, che offre borse triennali a studentesse fuori sede iscritte ai corsi STEM.
Polimeni ha anche condiviso dati positivi riguardo alla performance accademica delle ragazze nei corsi STEM: esse mostrano risultati migliori rispetto ai loro colleghi maschi sia nel conseguimento del diploma sia nei voti finali. Tuttavia, ha avvertito che nonostante i progressi fatti finora nella formazione accademica femminile, c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere una parità reale tra i sessi.
Il progetto Investing for future: obiettivi ambiziosi
Il progetto “Investing for future” mira ad affrontare il problema della disparità di genere nel campo scientifico attraverso un approccio multidisciplinare che combina arte e scienza. Nicoletta Luppi, presidente e amministratrice delegata di MSD Italia, ha dichiarato che è fondamentale valorizzare tutte le voci nella ricerca scientifica per creare opportunità uguali per tutti.
Luppi ha spiegato come questo progetto voglia toccare non solo la mente ma anche il cuore dei giovani; specialmente delle ragazze incoraggiandole ad intraprendere carriere nelle STEAM . Secondo lei, è essenziale utilizzare linguaggi universali come quelli offerti dall’arte per abbattere gli stereotipi esistenti sulle professioniste nel settore scientifico.
I risultati dell’indagine Ipsos sul divario educativo
Un’indagine condotta dall’Istituto Ipsos rivela dati preoccupanti sulla percezione dei giovani riguardo al divario educativo nelle discipline STEM in Italia. Solo due giovani su tre sono consapevoli della situazione attuale rispetto agli altri paesi europei; inoltre, nove su dieci credono erroneamente che ci siano stati miglioramenti nell’iscrizione femminile ai corsi universitari tecnici negli ultimi anni.
Questa mancanza di consapevolezza alimenta ulteriormente il divario esistente tra uomini e donne nel campo scientifico ed evidenzia quanto siano radicati certuni stereotipi culturali sui ruoli professionali basati sul genere. Molti ragazzi tendono ad associare le ragazze con valori legati all’equilibrio vita-lavoro mentre gli uomini vengono percepiti più orientati verso aspetti retributivi o carriera professionale avanzata.
Riflessioni finali sulla disparità occupazionale
Secondo i dati forniti dall’Istat, oltre sei giovani su dieci non riconoscono le disparità esistenti nelle opportunità lavorative tra i sessi; infatti solo il 3% dei CEO sono donne mentre il tasso d’occupazione femminile si attesta al 53%. Anche nella sanità pubblica permane questa disuguaglianza con poche posizioni apicali ricoperte dalle donne secondo Polimeni.
In questo contesto complesso emerge chiaramente quanto sia cruciale continuare a lavorare affinché tutte le competenze possano essere valorizzate senza distinzione alcuna basata sul genere o sull’appartenenza sociale.