Negli ultimi anni, le produzioni turche hanno guadagnato una notevole visibilità su Netflix, portando alla ribalta un genere che mescola melodramma e tradizione. Queste serie, spesso indistinguibili da quelle di altre nazioni, si caratterizzano per forti emozioni e ruoli di genere definiti. Il successo internazionale delle dizi turche è frutto di strategie mirate e investimenti significativi nel settore audiovisivo.
La storia delle produzioni turche
Le produzioni televisive in Turchia hanno iniziato a diffondersi al di fuori dei confini nazionali intorno al 2007. Inizialmente si trattava principalmente di soap opera destinate a mercati limitrofi come l’Afghanistan. Queste opere hanno riscosso un buon successo, superando persino le produzioni locali nei paesi destinatari. È interessante notare che la televisione privata in Turchia è emersa solo negli anni ’90; pertanto, ci sono voluti molti anni affinché i contenuti raggiungessero standard internazionali.
Nel 2004, il valore delle esportazioni audiovisive turche era esiguo: solo 10.000 dollari. Tuttavia, nel giro di dieci anni questo valore è cresciuto fino a raggiungere i 200 milioni di dollari grazie alla produzione annuale di circa 134 serie. Questo sviluppo ha segnato una svolta significativa per l’industria audiovisiva del paese.
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L’impatto del COVID-19 sulle esportazioni
Il vero cambiamento nella distribuzione dei contenuti turchi è avvenuto dopo la pandemia da COVID-19. Le dizi sono arrivate sulle piattaforme streaming come Netflix e questo ha ampliato notevolmente il loro pubblico globale, includendo anche paesi culturalmente diversi dalla Turchia stessa. Questa diffusione rappresenta una forma moderna di soft power: l’esportazione non solo dei prodotti culturali ma anche della visione del mondo associata ad essi.
A seguito dell’aumento della domanda internazionale per questi contenuti post-pandemia, il governo turco ha iniziato a investire massicciamente nell’industria audiovisiva locale per sostenere questa espansione commerciale.
Crescita economica dell’industria audiovisiva
Nel 2022 il valore delle esportazioni audiovisive della Turchia ha toccato i 600 milioni di dollari; nel corso del 2023 la nazione si è posizionata al terzo posto mondiale nella vendita dei propri prodotti audiovisivi dopo Stati Uniti e Regno Unito. Secondo Parrot Analytics, c’è stata una crescita della domanda pari al 184% rispetto ai livelli già elevati del 2020; un confronto con le produzioni sudcoreane mostra che queste ultime hanno visto un incremento più modesto del 73%.
Questa strategia espansiva ha permesso alle serie turche non solo di penetrare nuovi mercati ma anche mantenere relazioni commerciali consolidate con quelli già esistenti.
I titoli più popolari su Netflix
Tra le serie turche più seguite su Netflix spiccano titoli come “The Club“, “Tradimento” e “Il sarto“. Queste storie ruotano attorno a temi familiari ed emotivi tipici delle soap opera ma presentate con uno stile visivamente accattivante che ricorda quello delle produzioni americane contemporanee.
Le narrazioni mescolano valori tradizionali con linguaggi moderni rendendole appetibili sia ai pubblici conservatori sia a quelli progressisti; ciò spiega perché mercati come Spagna, America Latina e Italia abbiano accolto favorevolmente queste opere nonostante alcune restrizioni culturali interne alla Turchia riguardo temi sensibili o critiche politiche.
Inflazione e sfide future
Nonostante il crescente gradimento internazionale verso le produzioni turche, ci sono stati effetti collaterali dovuti all’inflazione galoppante che colpisce l’intera Europa ma in particolare la Turchia stessa. Questa situazione deriva da cause strutturali legate all’aumento della spesa governativa e ai costi energetici crescenti, rendendo difficile gestire efficacemente tali problematiche senza compromettere qualità.
Tuttavia, questo scenario economico non sembra influenzare negativamente gli spettatori, rimasti fedeli alle storie semplicistiche ed emotivamente coinvolgenti offerte dalle dizi. Esiste infatti un vasto pubblico poco interessato alle nuove narrazioni sofisticate, preferendo invece programmi turchi ricchi in sentimentalismo immediato.