La settantesima edizione dei David di Donatello ha visto il film “Vermiglio” conquistare ben sette premi, tra cui miglior film e miglior regista per Maura Delpero. Questo riconoscimento segna un momento storico, poiché Delpero è la prima donna a ricevere il premio come miglior regista. La pellicola, ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, si distingue per la sua narrazione intima e silenziosa che esplora le piccole cose della vita quotidiana in un contesto di conflitto.
Il trionfo di Vermiglio
“Vermiglio”, prodotto da Cinedora con il supporto di Rai Cinema e altri partner europei, ha ottenuto riconoscimenti anche per sceneggiatura originale, fotografia e suono. La storia racconta delle assenze che diventano presenze incombenti attraverso una narrazione delicata ma incisiva. Ritirando il premio per la sceneggiatura originale, Delpero ha descritto il suo lavoro come “fortemente antimilitarista”, sottolineando l’impatto della guerra sulla vita domestica.
L’evento si è svolto negli Studios di Cinecittà a Roma in una serata estiva caratterizzata da un’atmosfera sobria ed elegante. Un grande striscione con i colori della bandiera palestinese accoglieva gli ospiti all’ingresso dell’evento, sottolineando l’attualità del tema bellico nel discorso pubblico italiano.
Leggi anche:
Riconoscimenti individuali significativi
Elio Germano ha ricevuto il premio come migliore attore protagonista grazie alla sua interpretazione nel film “Berlinguer – La grande ambizione”. Durante la cerimonia ha pronunciato un discorso politico forte e diretto riguardo alla guerra israelo-palestinese. Germano ha dedicato il suo premio a chi lotta per i diritti umani e l’uguaglianza sociale, evidenziando l’importanza della dignità universale.
Il riconoscimento per la miglior sceneggiatura non originale è andato a “L’arte della gioia”, tratto dall’opera omonima di Goliarda Sapienza. Valeria Golino ha parlato del lungo processo creativo dietro al progetto mentre altri membri del team hanno messo in luce le ingiustizie sociali che affliggono diverse parti del mondo.
Interventi politici e progetti futuri
La serata non è stata priva d’interventi politici; Lucia Borgonzoni, sottosegretaria alla Cultura, ha presentato “Cinema Revolution”, un’iniziativa finanziata dallo Stato che offre biglietti a prezzi accessibili per promuovere i film italiani ed europei dal 13 giugno al 20 settembre. Pupi Avati ha ricevuto il Premio alla Carriera esprimendo preoccupazioni riguardo alle difficoltà delle piccole produzioni cinematografiche italiane rispetto agli sfarzi dei grandi eventi come i David.
Altri premi sono stati assegnati durante la serata: Tecla Insolia si è aggiudicata quello come migliore attrice protagonista mentre Francesco Di Leva è stato premiato come attore non protagonista. Ferzan Ozpetek invece si è portato a casa Il David dello spettatore grazie al suo film “Diamanti”.
Momenti salienti dell’evento
La cerimonia è stata presentata da Mika che si esibito in vari momenti musicali insieme ad artisti italiani notabili tra cui Claudio Santamaria. Timothée Chalamet era presente nella platea accompagnato dalla fidanzata Kylie Jenner; entrambi hanno attirato molta attenzione durante l’evento.
Il film “Le Deluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta” si è distinto vincendo tutti i quattro premi ai quali era candidato: dalla migliore scenografia ai costumi fino al trucco e acconciature realizzati da professionisti rinomati nel settore cinematografico italiano.
Infine sono stati assegnati anche diversi altri riconoscimenti tra cui quello speciale Cinecittà David 70 consegnato a Giuseppe Tornatore da Monica Bellucci; Sean Baker invece si aggiudica il premio internazionale con “Anora”. L’esibizione finale di Riccardo Cocciante però non passa inosservata: dopo una ripetizione forzosa del brano colonna sonora de “Parthenope”, emerge chiaramente quanto sia stato difficile ottenere risultati positivi quest’anno dal punto vista dei riconoscimenti cinematografici.