Arrestati 11 membri di una banda sarda dopo la rapina a un portavalori in Toscana

I carabinieri di Livorno arrestano 11 membri di una banda sarda responsabile di un audace assalto a un portavalori, recuperando armi ed esplosivi durante le indagini.
Arrestati 11 membri di una banda sarda dopo la rapina a un portavalori in Toscana - Socialmedialife.it

I carabinieri del Nucleo investigativo di Livorno hanno arrestato 11 presunti membri di una banda sarda coinvolta in un audace assalto a un portavalori avvenuto il 28 marzo scorso. Grazie all’analisi dei movimenti e delle comunicazioni, le forze dell’ordine sono riuscite a ricostruire l’intera operazione criminale in meno di 40 giorni.

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La dinamica della rapina

L’assalto al portavalori è stato orchestrato da un commando composto da almeno otto individui armati. Utilizzando due SUV e due autocarri rubati nelle settimane precedenti tra Roma e Livorno, i banditi hanno bloccato l’autostrada approfittando dei lavori in corso. I mezzi utilizzati per la rapina erano stati modificati con targhe cambiate per non destare sospetti.

Il piano prevedeva che uno dei furgoni trasportasse oltre 4 milioni e 600 mila euro prelevati dal caveau di Cecina. I malviventi hanno aperto il fuoco sul furgone blindato, sparando ben sedici colpi sul parabrezza e danneggiando anche il motore. Successivamente, hanno piazzato una carica esplosiva sulla paratia d’accesso del caveau per aprirlo, riuscendo così a sottrarre oltre tre milioni di euro prima della fuga su veicoli rubati.

Le indagini che hanno condotto agli arresti

Le indagini sono state avviate immediatamente dopo la rapina grazie all’utilizzo del GPS installato su uno dei veicoli rubati. Questo ha permesso ai carabinieri di risalire al Podere San Paolo, dove si trovava uno degli arrestati considerato il basista dell’operazione. Gli agenti lo hanno trovato mentre dormiva nella sua auto; nei pressi del podere erano presenti anche altri due complici.

Durante le operazioni investigative sono stati rinvenuti biglietti con numeri telefonici associabili ai membri della banda. L’analisi delle celle telefoniche ha rivelato spostamenti tra Sardegna e Toscana da settembre 2024 fino alla data della rapina, confermando l’esistenza di preparativi meticolosi.

In particolare, i carabinieri si sono concentrati sui movimenti effettuati dai sospettati nei giorni antecedenti all’assalto: quattro sardi erano arrivati a Civitavecchia il giorno prima della rapina mentre altri avevano raggiunto Bastia Umbra due giorni prima ancora.

La preparazione dell’assalto

Secondo quanto riportano gli atti giudiziari, la pianificazione dell’assalto era iniziata mesi prima dell’effettivo colpo: già nel settembre del 2024 i banditi avevano acquisito le autovetture necessarie per compiere la rapina e avevano effettuato diversi sopralluoghi nel territorio toscano per raccogliere informazioni utili sull’obiettivo.

Il giorno stesso della rapina è emerso che alcuni membri del commando avevano preso contatti con persone locali per ottenere supporto logistico durante l’operazione criminosa. Le immagini delle telecamere di sorveglianza pubbliche e private hanno fornito prove cruciali riguardo ai percorsi seguiti dai veicoli utilizzati durante l’assalto.

Il sequestro delle armi e degli esplosivi

Durante le perquisizioni eseguite dagli agenti nei confronti degli undici arrestati sono stati sequestrati materiali significativi: cinque fucili automatici, una pistola semiautomatica insieme a circa quindicimila cartucce variamente calibrare – molte delle quali destinate ad armi militari come gli AK-47 Kalashnikovsmartphone “burner” utilizzabili solo temporaneamente senza tracciabilità ed abbigliamento specifico usato durante l’assalto come passamontagna o giubbotti antiproiettile.

Inoltre è stata rinvenuta una notevole quantità d’esplosivo: oltre duecento grammi classificabili come esplosivo militare ed un chilo e mezzo riconducibile ad uso civile da cava; infine cinque micce detonate completavano questo arsenale impressionante messo insieme dalla banda sarda.

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